martedì 10 marzo 2015

Solo un’altra che se ne va

"Ogni giorno mi alzo dal mio letto nella Pianura Padana sentendo di subire un’ingiustizia che non sono più disposta a sopportare, con l’unico rammarico di aver stupidamente sperato troppo a lungo di poter in qualche modo, nel mio piccolo, cambiare le cose (...) Vado via perché non voglio più mendicare mesi per ottenere un pagamento, né ricevere un’e-mail da un’azienda che non vuole onorare il suo debito (...) Sono stanca delle lobby che se la suonano e se la cantano, del sistema che disincentiva l’impresa, dei cugini e fratelli che occupano posizioni strategiche. Non sopporto più l’intoccabilità degli incompetenti, il mercato del lavoro mortificante e impazzito".
Per ognuna di queste storie ci sono tanti responsabili, tante teste e mani invisibili che hanno imbrogliato, taciuto, favorito qualcuno, per calpestare qualcun altro, e sbatterlo fuori dai giochi. Sono troppi i 'bravi', le persone oneste e capaci che lasciano con amarezza e rancore un Paese ingrato e cieco. Non lo sopporto più..