lunedì 30 novembre 2015

Bonus - Stabilità

Nel nostro Paese l'effettiva partecipazione alla vita politica dei cittadini è bassissima. Soprattutto tra i più giovani, dilaga la cultura dell'antipolitica, la rassegnazione all'idea che si tratti di una cosa sporca, da lasciare ad altri o da usare per fare i propri interessi. I diciottenni non vanno a votare e poco si interessano di provare effettivamente a capire il mondo in cui vivono.
Nel nostro Paese la cultura e la ricerca subiscono da anni tagli ai finanziamenti e pseudo-riforme retrograde che stanno distruggendo definitivamente l'istruzione pubblica e la cultura, mentre si finanziano le scuole private.
Nel nostro Paese, in questo contesto, parlare di un bonus di cinquecento euro per i diciottenni, suona proprio come una mazzetta. Non si tratta di sussidio per lo studio: per quello ci sarebbero già le borse di studio, se venissero finanziate. Si tratta di voto di scambio ed è una vergogna.


Il MIUR‬ non ha soldi per pagare gli stipendi degli insegnanti supplenti‬ (che fanno volontariato da settembre, ormai), mentre il Governo trova quelli per finanziare scuole private.
Questa è la buonascuola‬ di Renzi‬.




25 milioni di finanziamenti alle scuole. Private.
8 milioni di euro stanziati per l’assunzione a tempo determinato di ricercatori negli enti di ricerca pubblici. Altrettanti 8 milioni di euro sottratti al finanziamento delle Università statali.
2,7 milioni destinati al Vaticano per il finanziamento della radiotrasmissione.
Aumento dell’IVA dal 4% al 5% per le cooperative sociali.
Nessun ammortizzatore sociale per i Co.co.co che si troveranno senza lavoro, grazie al Job’s Act.

Abbassamento al 25% del margine per il turnover nella pubblica amministrazione. Che tradotto vuol dire che non si potrà spendere più di un quarto della spesa fatta l’anno precedente.
Questi sono solo alcuni dei punti della legge di stabilità, una vera e propria truffa per i cittadini italiani. E mentre tra le Regioni che lanciano l’allarme sulla possibilità di aumento dei ticket sanitari e delle tasse troviamo la‪ ‎Campania‬, la Puglia, la Calabria e la Sicilia (attualmente in disavanzo), la mancanza di misure per il mezzogiorno rende sempre più chiaro il totale disinteresse del Governo ‪‎Renzi‬ verso un Sud‬ ‪‎Italia‬ ormai in ginocchio. Disinteresse totale, a meno che non si tratti di continuare la propaganda sullo stretto di Messina, ovviamente.

Noi sappiamo da che parte stare: dalla parte dei lavoratori, degli studenti, dei precari, dei pensionati, dei malati, delle vittime di guerre fatte anche in loro nome; dalla parte dei grandi assenti negli interessi del Governo.
M. Monticelli

martedì 24 novembre 2015

25 novembre Giornata mondiale contro la violenza sulle donne







La violenza contro le donne è la violenza perpetrata contro le donne basata sul genere, ed è ritenuta una violazione dei diritti umani.
Termine usato molto spesso per definire la violenza contro le donne è violenza di genere. La violenza di genere riguarda donne e bambine, ma coinvolge anche minorenni come ad esempio nel caso della violenza assistita. Questa terminologia è largamente usata sia a livello istituzionale che da persone e associazioni di donne che operano nel settore.


Conosciuta come “la ragazza (o la bambina) afgana dagli occhi verdi” questa foto è stata scattata nel 1984 da Steve McCurry e pubblicata su National Geographic Magazine nel 1985. La storia di Sharbat Gula, la protagonista identificata solo nel 2002, è la metafora della vita di tutti i rifugiati; l’Afghanistan è uno dei paesi dove i diritti delle donne sono calpestati e questa donna ne è diventato il simbolo.





Tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica in quel giorno.
L'Assemblea Generale dell'ONU ha ufficializzato una data che fu scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi nell'Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà nel 1981. Questa data fu scelta in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l'impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell'arretratezza e nel caos per oltre 30 anni.
In Italia solo dal 2005 alcuni centri antiviolenza e Case delle donne hanno iniziato a celebrare questa giornata. Ma negli ultimi anni anche istituzioni e vari enti come Amnesty International festeggiano questa giornata attraverso iniziative politiche e culturali. Nel 2007 100.000 donne (40.000 secondo la questura) hanno manifestato a Roma "Contro la violenza sulle donne", senza alcun patrocinio politico. È stata la prima manifestazione su questo argomento che ha ricevuto una forte attenzione mediatica, anche per le contestazioni che si sono verificate a danno di alcuni ministri e di due deputate.
Dal 2006 la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna promuove annualmente il Festival La Violenza Illustrata, unico festival nel panorama internazionale interamente dedicato alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Ormai centinaia di iniziative in tutta Italia vengono organizzate in occasione del 25 novembre per dire no alla violenza di genere in tutte le sue forme.



25 novembre 1960

Il 25 novembre è stato scelto nel 1999 come Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne dall’Assemblea Generale della Nazioni Unite che ha ufficializzato una data che fu scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi nell'Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà nel 1981. Questa data fu scelta in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l'impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell'arretratezza e nel caos per oltre 30 anni.
Le sorelle Mirabal nacquero a Ojo, nella Repubblica Dominicana, da una famiglia benestante, erano quattro: Patria, Maria Teresa, Minerva e Belgica Adele, vivente. Vissero la loro gioventù negli anni della dittatura trujillista, una delle più severe dell’America Latina. Questo tirannico e brutale ambiente politico e sociale, risvegliò molto presto le loro coscienze sulla necessità di libertà e rispetto dei diritti delle donne domenicane. Quando Trujillo salì al potere, la loro famiglia (come molte altre nel paese) perse quasi totalmente i propri beni, prima nazionalizzati, poi incamerati direttamente dal dittatore nei suoi beni privati. In questo modo, le sorelle Mirabal -Patria, Maria Teresa e Minerva- incarnano negli anni 50, la passione per la libertà e il valore, impegnandosi con decisione nei confronti della lotta contro il governo trujillista. La ribellione e l’impegno di queste tre giovani donne di fronte alle atrocità del regime, prende via con la costituzione nel 1960 del Movimento 14  Giugno, sotto la direzione di Manolo Travares Justo (marito di Minerva), dove usarono come nome in codice  Las Mariposas (Le Farfalle).
 Questo gruppo politico clandestino, si espanse in tutto il paese, venne strutturato attraverso nuclei i quali combatterono la dittatura. Nel gennaio del 1960, il movimento venne scoperto dalla polizia segreta di Trujillo e i membri del movimento vennero perseguitati e incarcerati, tra cui le sorelle Mirabal e i loro mariti. Le sorelle vennero liberate alcuni mesi dopo grazie alla pressione internazionale, ma i loro coniugi restarono reclusi. Il 25 novembre 1960, le sorelle Mirabal, andarono a fare visita ai mariti, trasferiti nel carcere della città di Puerto Plata.  Le tre donne caddero in un’imboscata degli agenti del servizio segreto militare. Portate in una piantagione di canna di zucchero vennero massacrate, bastonate e strangolate, i loro corpi vennero poi rimessi nel veicolo sul quale stavano viaggiando che venne fatto precipitare per un dirupo per simulare un incidente .
L’assassinio delle sorelle Mirabal provocò grandissima commozione in tutto il paese; la terribile notizia si diffuse come polvere, nonostante la censura, risvegliando l’indignazione popolare.  La dittatura di Trujillo finì l’anno dopo  con l’assassinio del dittatore.
La sorella sopravvissuta, Belgica Adele detta Dedé, ha dedicato la sua vita alla cura dei sei nipoti orfani. Per sopportare il dolore, il senso di colpa per essere sopravvissuta alle amatissime sorelle, diventa custode della loro memoria; nel marzo del 1999 pubblica un libro Vivas in su jardin: Sopravvissi per raccontare la loro vita.




Lucia Annibali

«Il 18 settembre compio 36 anni e per me questo sarà anche l’anno zero. Sarò un’altra Lucia per tutta la vita, non posso continuare a nascondermi. Che vedano pure come mi hanno ridotta, non sono certo io che devo vergognarmi...»

La continuità

 Pensando ai “fascismi”, vecchi e nuovi che siano, si perde spesso di vista un elemento di primaria importanza che ne condiziona, a torto o a ragione, la lettura politica e l’interpretazione storica: la continuità. La continuità descrive e reitera un percorso da seguire. È una melodia, a tratti rassicurante, che salva dal “panico” delle cose nuove, delle immagini violente. La continuità è una cartina di tornasole che permette di distinguere, di dividere, di associare, di paragonare. Per queste ragioni (e per altre ancora) sembra che, per parlare di certe cose, non si possa fare a meno di citare qualcuno, di utilizzare una bibliografia ed un apparato critico di note e noterelle che, a volte, paiono indispensabili. Che cosa sono, spesso, le note se non un ponte sul passato per ottenere una legittimazione del presente? È un po’ la condanna della storiografia, quella che permette la “conservazione”. È la cultura accademica che si fa politica, si fa, appunto, continuità e diventa cultura sic et simpliciter. La continuità è legittimazione, è forza universitaria, è paradigma veritativo. Per stare a questo gioco, per svolgere adeguatamente il nostro ruolo, ci limitiamo solo a citare Antonio Gramsci, dai “Quaderni del Carcere”:
Come è possibile pensare il presente e un ben determinato presente con un pensiero elaborato per problemi del passato spesso ben remoto e sorpassato? Se ciò avviene, significa che si è “anacronistici” nel proprio tempo che si è dei fossili e non esseri modernamente viventi.

martedì 10 novembre 2015

Interrogazione a risposta scritta e richiesta informative su situazione urbanistica della Marina di Lizzano - ( P.I.R.T. e P.P.T.R. ) e sulle definizioni delle pratiche di condono edilizio e rilascio concessioni in sanatoria.

La marina di Lizzano  resta  ancora senza piano urbanistico.

La cons. comunale di minoranza dott.ssa Ilaria Saracino del Gruppo sinistra unita sollecita ancora una volta l’A.C. di centro destra e il sindaco Macripò a  dotare la marina di Lizzano di uno strumento urbanistico che consenta di regolamentare e regolarizzare le abitazioni esistenti in tale zona. 
Va ricordato che la Marina di Lizzano  si estende per circa  5 Kilometri di coste,  spiagge bellissime e qualche scogliera, in prossimità delle quali ( a partire da una distanza di 50 metri  sino a circa un Kilometro dalla battigia) sin dagli anni settanta sono state realizzate centinaia di abitazioni  abusive.  Quasi tutti i proprietari di tali abitazioni hanno regolarmente avanzato domanda di condono edilizio chiedendo la concessione in sanatoria sin dal 1985, ma sino ad oggi non hanno ricevuto alcuna concessione in sanatoria. 

Per tale situazione l’Ente comunale ha gran parte di responsabilità per non aver  dotato negli anni settanta, ottanta e sino ad oggi  il territorio della marina di un piano regolatore, tollerando, anzi consentendo, la realizzazione di costruzioni abusive. Tale responsabilità diviene più grave, quando ottenuta l’approvazione da parte della Regione del piano regolatore generale  nell’anno  2001, si è deciso  di predisporre un P.I.R.T. per la marina invece di  estendere, con gli accorgimenti adeguati, lo stesso piano regolatore.  Approvato il P.I.R.T.  alla regione con alcune prescrizioni, l’attuale A.Comunale invece di provvedere di conseguenza ha bloccato tutto. Quindi enorme spreco di denaro pubblico per la redazione del P.I.R.T e la marina di Lizzano rimane senza piano urbanistico. Si può immaginare quali sono i danni per i proprietari delle abitazioni e per l’intera comunità, perché non possono vendere e trasferire le abitazioni, non le  possono modificare e ristrutturare, non possono cambiare la destinazione d’uso. Tutta la marina  è priva  di urbanizzazioni primarie. Insomma  ormai nel comune di Lizzano il turismo è inesistente,  il settore dell’edilizia è bloccato ed anche il settore agricolo subisce un notevole ridimensionamento commerciale a causa della sopra descritta situazione.
La sottoscritta Cons. Comunale  ritenendo la soluzione di tale problema ormai non più rinviabile, insieme ai numerosi cittadini interessati e che sostengono tale istanza amministrativa, continuerà a  chiedere  all’A.C.   un intervento immediato e risolutivo. Sia ben chiaro non si vuole sponsorizzare il P.I.R.T. , nei confronti del quale non vi è mai stata adesione perché la sottoscritta su alcuni argomenti  avrebbe fatto scelte diverse; ad esempio, è inaccettabile l’abbattimento di abitazioni  alla marina che  gli Enti preposti  nel passato hanno consentito che si realizzassero, assumendosene   grave responsabilità, per poi concedere che se ne realizzino altre  su terreni limitrofi alla zona edificata. 

Occorre invece dotare la marina di uno strumento urbanistico il più celere e adeguato  possibile, ( se rispondente a tali requisiti anche  il P.I.R.T.  modificato), che consenta di risanare  e regolarizzare il tutto, utilizzando al meglio  gli immobili esistenti. Per tali ragioni la Cons. Saracino ha inviato  la seguente interrogazione a risposta scritta al sindaco e A.


Interrogazione a risposta scritta e richiesta informative su sospensione autorizzazioni edilizie per la costruzione di loculi e cappelle al cimitero di Lizzano.

Il 10 novembre ’15 la dottoressa Ilaria Saracino, consigliere di minoranza del Gruppo Sinistra Unita di Lizzano, ha protocollato una interrogazione a risposta scritta al sindaco e alla giunta e una richiesta informativa al responsabile U.T.C. del comune di Lizzano in merito alla sospensione di autorizzazioni edilizie per la costruzione di loculi e cappelle presso il cimitero. Alla consigliera sono giunte numerose lamentele da parte dei cittadini in quanto l’ufficio tecnico si è rifiutato di concedere le autorizzazioni a costruire, nello specifico dopo aver richiesto e ottenuto la concessione del suolo cimiteriale e aver pagato la somma (esosa ) richiesta ai cittadini non veniva concessa la possibilità di realizzare le strutture funerarie previste nel piano cimiteriale perché quest’ultimo manca del piano di linee e di quote. Siamo alle solite, siamo nuovamente di fronte a una situazione di forte imbarazzo, di violazione e offesa nei confronti della comunità lizzanese che anche questa volta deve subire l’insostenibile incapacità di questa amministrazione. E’ ancora una situazione paradossalmente inaccettabile qualora fosse confermata. E’ una situazione dannosa ancora una volta per i cittadini e per lo stesso comune che si ritrova a sostenere per ben due volte la spesa di un piano cimiteriale che risulta palesemente monco e inapplicabile.
A tale proposito e con estrema chiarezza la consigliera Saracino vorrebbe comprendere le varie motivazioni che inducono l’amministrazione ad assumere comportamenti controproducenti per la cittadinanza e contraddittori e dispendiosi per le casse comunali, quando basterebbe agire di buon senso e nel rispetto della norme e della coerenza.

Premesso che

In questi giorni alla sottoscritta sono state manifestate lamentele da cittadini perché l’ufficio tecnico si è rifiutato di concedere le autorizzazioni per la costruzione di loculi e cappelle al cimitero di Lizzano. In particolare i cittadini facevano presente che richiesta e ottenuta la concessione del suolo cimiteriale, previo pagamento di somme di denaro rilevanti, con la garanzia che potevano regolarmente e immediatamente realizzare le strutture funerarie previste dal piano cimiteriale, si vedevano invece sospendere l’istanza di autorizzazione a costruire in quanto, a dire dell’ U.T.C., il piano cimiteriale è carente del paino di linee e quote. La sottoscritta ritiene che tale situazione, se confermata, sia paradossale e inaccettabile perchè causa un ingiusto danno ai cittadini e allo stesso Ente che sta pagando due volte per realizzare un piano cimiteriale che non era definitivo come era stato presentato e accettato in un primo momento.
Tanto premesso la sottoscritta                               

  CHIEDE

      -           È vero che il piano cimiteriale esecutivo veniva accettato come tale dal comune di Lizzano ed era carente della parte relativa alle linee e quote?
-          Quante autorizzazioni a costruire al cimitero sono state sospese? Quali sono le ragioni? In quanto tempo saranno definite?
-          Quali sono i costi sopportati dal comune per ottenere il piano cimiteriale?
-          Quali ulteriori costi dovrà sostenere il comune per integrare e completare il piano cimiteriale?
-          Quando è previsto il suo completamento e quando sarà possibile concedere le autorizzazioni?
-          I cittadini richiedenti saranno risarciti dei ritardi causati da questo palese errore commesso da questa amministrazione?
Si chiede di ottenere a breve risposta scritta, come da regolamento, e che il presente argomento sia anche oggetto di discussione in Consiglio Comunale.                                       
Dott.ssa Ilaria Saracino  


giovedì 5 novembre 2015

LIZZANO – UFFICI COMUNALI INESISTENTI O CHIUSI - SARACINO SCRIVE AL MINISTRO

La cons. comunale Ilaria Saracino ha inviato al Prefetto di Taranto una denuncia e contestuale richiesta di intervento urgente in merito a una ulteriore grave situazione che sta vivendo la comunità lizzanese riguardante la mancata erogazione di servizi degli uffici municipali per  inesistenza degli stessi o per chiusura  di quei pochi  uffici che qualche anno addietro erano ancora attivi. Tale fenomeno si è andato aggravando in quest’ultimo periodo a causa dei vari congedi per il raggiungimento dell’età pensionabile di diversi dipendenti comunali,  per malattia di altri  e per il trasferimento ad altri Enti di responsabili ( come il responsabile Uffici finanziario e tributario e UTC settore Urbanistica).  Non va però dimenticato che comunque in questi ultimi anni  già il numero dei dipendenti municipali  era  di  gran lunga inferiore a quanto previsto nella pianta organica (o  dotazione organica, infatti  si è passati  da 55 unità a  poco più di 30 unità), adesso si è arrivati al collasso delle funzioni e dei servizi più elementari. L’A.C. più volte sollecitata dalla sottoscritta a porre rimedio a tale situazione ha sempre ignorato la gravità del problema, si è sempre disinteressata rimanendo totalmente inattiva. Oggi  al comune di Lizzano  non esistono: l’Ufficio agricoltura, l’ufficio attività produttive, sviluppo del territorio, U.R.P., ufficio legale, ufficio elettorale, l’ufficio attività scolastiche e culturali, non esistono custodi o dipendenti di alcun genere al cimitero comunale; altri uffici come l’ufficio ambiente, l’U.T.C. settore urbanistico, l’ufficio per la manutenzione patrimonio comunale, il protocollo, funzionano a singhiozzo e con notevole lentezza perché sono stati affidati a dipendenti che si occupano già di altre attività in altri uffici. Quattro giorni addietro a un dipendente dell’ufficio tributi, a causa del  trasferimento del responsabile, sono state affidate per due mesi  le mansioni  superiori di quest’ultimo che comprendono: la responsabilità di ufficio tributi, bilancio, finanziario in genere, personale, ambiente, commercio; si potrà immaginare il risultato finale. Comunque riduzione di altra unità lavorativa. L’Ufficio di Polizia Municipale da 10 unità si è ridotto a 3 unità più due stagionali per tre mesi. Le difficoltà incontrate dai cittadini sono notevoli e in alcuni casi insuperabili,  giungono lamentele da chi chiede licenze e autorizzazioni per attività commerciali, turistiche, agricole, sportive ( caccia e pesca), artigianali,  per   autorizzazioni edilizie, per definizione pratiche di sanatorie edilizie, ma anche per il rilascio di certificazioni e trascrizioni anagrafiche, per pratiche di contenzioso tributario,  ecc…la situazione è divenuta  veramente insostenibile. La cons. Saracino dopo aver sollecitato in più occasioni  il Sindaco e l’A.C.  senza avere avuto alcun riscontro denuncia la situazione al Prefetto e al Ministero dell’Interno per chiedere il loro intervento. Si allega  copia della denuncia.





Cons. Comunale Dott.ssa Ilaria Saracino.                                          Lizzano 27/10/15
del Gruppo Sinistra Unita di Lizzano
                                                                                                         
                                                                                  All’Ill.mo  Sig.
                                                                                   Prefetto di Taranto
                                                                                   Al Ministero dell’Interno
                                                                                   Piazza del Viminale - Roma
                                                                                  Alla Procura della Repubblica di Taranto
                                                             p.c.               Al Sindaco del Comune di Lizzano
                                                                                             
                                                                               
OGGETTO:  denuncia di disservizi degli uffici comunali di Lizzano – richiesta di intervento del
                      Prefetto.

La sottoscritta Cons. com.le, dott.ssa Ilaria Saracino del Gruppo Sinistra Unita di Lizzano, dopo numerose richieste di intervento  rivolte al sindaco di Lizzano e alla sua amministrazione, tese a risolvere i  numerosi disservizi degli uffici comunali e in alcuni casi i problemi di inesistenza degli uffici stessi; avendo constatato che la situazione è oggettivamente peggiorata,  anzi si ritiene che sia ormai insostenibile poichè l’Ente non riesce a erogare neanche i servizi indispensabili previsti dalla legge, la scrivente si rivolge alle Autorità in indirizzo  per  denunciare quanto segue:
  • - non esiste l’ufficio agricoltura nonostante il nostro territorio sia a vocazione prevalentemente agricola;
  • - non esiste l’ ufficio legale;
  • - non esiste l’ufficio URP;
  • - non esiste l’ufficio elettorale;
  • - non esiste l’ufficio attività produttive.


Si fa presente  che i suddetti uffici non esistono, non solo perché materialmente non ci sono ambienti allestiti per tali attività, ma  anche perché non vi è un solo dipendente assegnato ad essi.
Mancano inoltre molti responsabili apicali: il responsabile dell’ufficio segreteria-affari generali, il responsabile ufficio economico-finanziario ( tributi-bilancio ecc…), il responsabile UTC settore urbanistica. Praticamente esistono solo due responsabili d’area: il responsabile ufficio polizia municipale e  il responsabile UTC settore lavori pubblici. La responsabilità di tutte le altre aree è affidata in parte e in modo temporaneo alla Segretaria Comunale che però non è assegnata al Comune di Lizzano, ma al Comune di Faggiano; ella si occupa del comune lizzanese solo a giorni alterni e per alcune ore settimanali.
Manca inoltre il 60% dei dipendenti previsti in pianta organica: non ci sono custodi cimiteriali e altri dipendenti comunali, quindi il cimitero è abbandonato a se stesso in quanto non esistono convenzioni con ditte esterne; il corpo di Polizia Municipale è costituito attualmente da comandante e due agenti effettivi e in quest’ultimo periodo da altre due unità con assunzione stagionale,  rispetto, invece, alle dieci unità effettive previste in pianta organica. In questo periodo che si  sono assentati per malattia l’unico operatore dell’ufficio anagrafe e l’unico operatore dell’ufficio protocollo sono  sostituiti temporaneamente – part-time da  dipendenti assegnati ad altri uffici e che svolgono altre mansioni, ciò sta provocando notevoli disservizi sia in un settore sia nell’altro. Insomma, nel nostro comune è complicato anche effettuare le semplici trascrizioni e certificazioni comunemente e quotidianamente richieste ( certificazioni anagrafiche, dichiarazioni di nascita, matrimonio e morte, comunicazioni e richieste da protocollare ecc…)
Per non parlare di servizi di maggiore rilevanza completamente assenti, quali: rilascio di autorizzazioni e permessi a costruire; immobilismo a causa di mancanza di personale degli uffici preposti ad apportare adeguamenti ai piani urbanistici e a definire le pratiche di condono edilizio risalenti al 1985 ( si veda la mancanza di piani particolareggiati nella marina e nelle periferie del centro abitato ormai fermi da decenni ); non esiste la vigilanza delle pochissime opere in corso le quali si chiudono con risoluzioni contrattuali per danni all’Ente (si veda Piazza S. Nicola, rondò di Via Fontanelle ed Extra-Murale, opere di urbanizzazione nella zona PIP, le sole opere iniziate e interrotte in 8 anni ); si attendono da decenni gli  adeguamenti dei plessi scolastici ormai fatiscenti e pericolosissimi per gli utenti ( si veda il plesso Manzoni, scuola elementare, con finestre obsolete e che volano dal secondo piano, vetri rotti e taglienti, impianto elettrico che prende fuoco a causa di infiltrazioni di umidità, infiltrazioni di acque piovane e allagamenti di aule e corridoi ad ogni pioggia, servizi igienici inutilizzabili e impianti tecnologici non a norma, ciò costringe i genitori degli alunni a non mandarli a scuola nelle giornate di maltempo privandoli dunque del diritto all’istruzione); il patrimonio immobiliare comunale abbandonato e che subisce continuamente ingenti danni a causa della mancanza di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e di atti vandalici ( si veda il plesso ex-scuola materna Via Tevere, il plesso scuola Sette Aule di Via Mascagni, il plesso della scuola materna di Via Fontanelle, i locali ex-macello comunale, il campo sportivo comunale, il Palazzo Municipale di Via Mazzini e C.so Vittorio Emanuele, il primo piano del Palazzo Majorano, l’archivio comunale, la casa del custode all’interno della scuola media Chionna, i locali del cimitero, le piazze). Le strade comunali sono un vero pericolo sia per i pedoni sia per gli automobilisti  perché  dissestate e per il manto stradale che presenta enormi buche e allagamenti, ormai da anni non vengono riasfaltate e manutenute, tali situazioni causano numerosi incidenti e conseguentemente contenziosi contro l’Ente.
Per quanto brevemente esposto la sottoscritta ritenendo che la situazione amministrativa del comune di Lizzano tra poco giungerà al collasso totale, comportando ulteriori ingenti danni per la comunità lizzanese,
c h i e d e

l’intervento immediato delle Autorità in indirizzo: Prefetto e Autorità Giudiziaria, ognuna per le proprie competenze, per cercare di dare risoluzione alle drammatiche problematiche del comune di Lizzano.
Con Osservanza

                                                          F.to            Cons. Comunale Dott.ssa Ilaria Saracino